Reviews of "Nostradamus"

NIKOLO KOTZEV’S NOSTRADAMUS
(Steamhammer/SPV)


Nikolo Kotzev deve essere un tipo a cui piace fare le cose in grande e l'imponente progetto "Nostradamus" ne è la prova lampante. Tre anni di lavorazione, un'orchestra sinfonica di trentacinque elementi, una band hard rock di tutto rispetto (alle tastiere Mic Michaeli, al basso John Leven e alla batteria Ian Haugland, in pratica gli Europe di qualche anno fa), sette voci di altissimo livello ad interpretare i sette personaggi dell'opera (nell'ordine Alannah Myles/Anne Gemelle , Sass Jordan/Caterina Regina di Francia, Goran Edman/Soldato Fantasma, Glenn Hughes/Enrico II Re di Francia, Jorn Lande /Inquisitore, Joe Lynn Turner/Nostradamus, Doogie White/Voce Narrante): queste le cifre e le caratteristiche del doppio album (interamente composto da Nikolo Kotzev) che racconta la vita e le profezie del famoso astrologo francese. L'opera è suddivisa in tre atti e si districa abilmente tra musica classica, colonne sonore da kolossal cinematografico, hard rock settantiano e AOR pomposo e magniloquente. "Pieces Of A Dream", introdotta da un'Overture strumentale, barocca e sinfonica, è uno straordinario esempio di power-ballad dai toni accesi e dalle armonie coinvolgenti, interpretata da un Glenn Hughes costantemente sugli scudi. "Desecration", tra campane e cori Queen-oriented, rappresenta un pregevole mix di potenza e melodia, mentre "Home Again" aggiunge intuizioni progressive ed impeto deeppurpleiano. "Henriette" interrompe le emozioni da 'love song' che guidano il brano con un break più vigoroso, sottolineato da un guitar-solo che sembra uscito dalla penna (o meglio, dal plettro) di mister Malmsteen e da un inserto di violino semplicemente sfavillante. Con "The Eagle" l'orchestra e un coro solenne si amalgamano a soluzioni powereggianti di stampo scandinavo (come accade anche per "Inquisition", quest'ultima vicina anche al class metal americano), laddove "I Don't Believe" reinterpreta l'hard rock degli anni settanta in chiave più sontuosa. Il primo dischetto si chiude con "Try To Live Again", che (come ha fatto notare qualcuno) potrebbe essere il mieloso tema portante di qualche cartone della Disney. Il secondo cd, invece, si apre con l'ugola possente di Goran Edman e con un furibondo Jorn Lande ("War Of Religions" e "The Inquisitor's Rage") tra ritmiche possenti e chorus maestosi. "Chosen Man" è uno slow blues d'atmosfera, seguito dal coro wagneriano e dalle strutture malmsteeniane di "World War I" e dall'epicità teatrale della speed-song "World War II". "The End Of The World" esibisce un intermezzo inquietante e tenebroso a metà corsa, mentre la conclusiva "I'll Remember You" è una ampollosa ballata ben strutturata e molto orecchiabile, che fa calare il sipario su questa ambiziosa opera (hard) rock. I pregi? I duetti tra i vari vocalist (tutti di una bravura disarmante) e degli arrangiamenti semplicemente spettacolari. I difetti? Una certa ripetitività di fondo che alla lunga può un po' stancare. Comunque, dalla platea, applausi, applausi, applausi...

Flavio Ignelzi
8,5/10

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